Geometrie, disegni, pattern, motivi, dai più classici ai più estrosi, le camicie fantasia sono sicuramente un must-have. Che siano le righe di una camicia business o le stampe Liberty of London, una camicia fantasia, se ben abbinata, può dare quel tocco in più ad ogni look. Per tutti noi sono un classico, ma andiamo a scoprire la loro storia nei secoli.

 

 

 

Camicie fantasia: dalla genesi alla disco.


Se fino al 1500 la camicia veniva utilizzata come veste da bagno, dal ‘600 in poi, la camicia veniva ornata di pizzi e disegni per sottolineare le differenze sociali ed economiche. Nel periodo barocco, quando fece la sua comparsa anche la cravatta, la camicia iniziò a diventare il capo d’abbigliamento maschile più diffuso. Quindi, dalla metà dell’800, oltre la classica camicia bianca, a mezze maniche e con il collo corto, si aggiunsero le camicie colorate, quelle da lavoro, ma anche quelle da indossare per fare sport. Le righe sono la prima fantasia a essere stata introdotta e erano indossate in particolare dai business men. I modelli più formali di camicia a righe presentano un fondo bianco, con righe sottili, di colore medio o scuro, e ravvicinate. Una vera e propria rivoluzione di costumi e culturale, che vide la camicia colorata e fantasia diffondersi in tutte le classi sociali, vestire migliaia di operai e essere utilizzata per praticare ogni sorta di sport, dal polo al calcio, dal tennis al rugby. Nel dopoguerra, i delicati motivi floreali Liberty  divennero sempre più popolari anche nell’abbigliamento da bambino e un must anche per gli stilisti, primi fra tutti Mary Quant e Jean Muir, che li fecero diventare il simbolo di una moda giovane, libera e anticonvenzionale anche nella camiceria.

 

 

La vera epoca cult delle camicie fantasia fu quella a cavallo degli anni 60 e 70: dai figli dei fiori allo stile disco, anni caratterizzati da camicie a fiori, minigonne, jeans a zampa e fantasie psichedeliche. Se col movimento hippie, detto anche flower power, si affermarono le camicie tie dye, le blouse messicane, l’abbigliamento militare, le tuniche o le giacche nehru. Dalla metà degli anni ’70, tornarono in auge le t-shirt come capo d’abbigliamento impreziosito da disegni, stampe, grafiche orientali e slogan, ma anche i maglioni over, i cardigan in lana grossa o i pantaloni cachi. All’inizio degli anni ’80, un altro fenomeno sociale segnò la moda: era l’era della disco dance, con silhouette a triangolo rovesciato, giacche con spalle larghe e minigonne o pantaloni stretti, ma anche camicie in lurex, lustrini, pantaloncini spandex o pantaloni larghi, al fianco di splendidi abiti lunghi da sera al femminile.

 

La Camicia fantasia oggi.

Anche se, fino alla fine del 19° secolo, la camicia bianca rimase sempre il simbolo di agiatezza, in quanto solo i nobili potevano permettersi di farle lavare frequentemente e ogni tipo di lavoro rischiava di macchiarle, le camicie fantasia si sono affermate sempre più arrivando a essere indossate e amate da tutti. Colori, sfumature, stampe e applicazioni sono diventate oggi la normalità. Le camicie fantasia, con i loro pattern floreali e con le raffinate micro-fantasie, sono perfette sia per le occasioni più formali, che per i look più sportivi.